SOTTOMARINA. Legambiente consegna alla spiaggia di Sottomarina la bandiera blu. Un buon risultato, in controtendenza rispetto alla valutazione complessiva fatta per la regione Veneto, che ha visto - se solo avesse mandato qualche rappresentante - assegnarsi la bandiera nera. Il «Catholica», il bialbero che, assieme al «Pietro Micca» è partito da Messina a inizio estate, è approdato ieri a Chioggia. A bordo, Angelo Mancone, presidente di Legambiente Veneto, spiega la portata e le motivazioni di questi giudizi, maturati nella storica campagna della Goletta Verde, giunta alla 21ª edizione. «Il Veneto - dice Mancone - presenta casi preoccupanti di cementificazione e urbanizzazione selvaggia dei litorali. Sottomarina, grazie al lavoro fatto per la tutela delle Tegnùe va nettamente in controtendenza». Un caso unico di collaborazione virtuosa tra amministratori pubblici e istituzioni quali l’Icram e le università di Padova e di Bologna, e i volontari dell’associazione Le Tegnùe, di cui l’anima è Piero Mescalchin. Gli sforzi fatti per tutelare e promuovere questo tesoro prezioso e fragile dell’ecosistema dell’Adriatico si sono concretizzati finalmente nella richiesta fatta dall’amministrazione comunale al Genio civile di Venezia per dichiarare l’area zona demaniale e ottenere in tal modo i vincoli che ancora sono rimasti solo nelle buone intenzioni. Anzitutto il divieto di pesca e poi il divieto di ancoraggio, pena la progressiva e inevitabile devastazione dell’area. Il turismo promosso da Sottomarina dovrebbe in tal modo agganciarsi al valore indiscutibile di questa oasi naturalistica e trarne benefici anche economici, legati a una forte promozione all’estero. Secondo Angelo Mancone «Sottomarina rappresenta un esempio virtuoso che il Veneto ha in casa senza bisogno di guardare fuori». E questo compensa il giudizio sulle acque, che sforano alcuni parametri e ottengono la valutazione di «leggermente inquinate». Nei dati diffusi da Legambiente solo Sottomarina e Rosolina risultano «leggermente inquinate» nei punti di prelievo sul litorale, mentre risultano addirittura fortemente inquinate le acque di Sottomarina alla foce del Brenta. Ma questa, purtroppo, non è una novità: risultano molto inquinati anche i tratti di mare dove sfociano il Piave (a Cortellazzo) e piuttosto inquinati quelli del Livenza (a Caorle) e dell’Adige, a Rosolina. «Occorre - chiarisce Manconi - una maggiore collaborazione tra i Comuni dell’entroterra e quelli del litorale, e la bandiera nera vuol essere un punto di partenza per iniziare una collaborazione attiva per migliorare lo stato delle acque». Da tempo Chioggia con l’iniziativa «Sentinella dei fiumi» fa la sua parte.
Enrico Bellinelli
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